Stefano, un “Gesù” ventiquattrenne

Stefano Pala, studente universitario al quarto anno di ingegneria è uno degli attori che si alternano nel ruolo di Gesù nella rappresentazione teatrale la “Passione” che si svolge a Sordevolo in provincia di Biella dal 18 Giugno al 25 Settembre.

L’abbiamo avvicinato per capire le sensazioni e le emozioni che suscita in lui, giovane 24enne, interpretare il ruolo principale nello spettacolo di Teatro popolare e vestire i panni di uno dei personaggi più grandi della storia, senza tenere conto che una parte dell’umanità lo ritiene Figlio di Dio, Dio stesso.

Stefano ha già calcato le scene in passato recitando in piccole rappresentazioni teatrali e attualmente frequenta un corso di recitazione all’Opificio Teatro di Biella.

Recitare, per lui, è un piacevole passatempo, «anche se impegnativo perché», confida, «amo scavare nell’animo dei personaggi che interpreto».

Stefano è alla sua quarta edizione della “Passione”, ma è la prima volta che interpreta Gesù, «una parte impegnativa che richiede tanta concentrazione», ammette, «perché si si è al centro dell’azione e si deve interagire con diversi interpreti». Per entrare bene nella parte ha osservato i movimenti di alcuni suoi predecessori.

Dice: «Fortunatamente non so che cosa sia la morte; non l’ho mai sfiorata. Da quando mi è stato affidato il ruolo di Gesù ho cominciato a riflettere e a interrogarmi su che cosa avrebbe potuto provare un condannato e per di più consapevole della sua innocenza. È stato un esercizio complicato e devo riconoscere che le tante ore di prova, i consigli ricevuti sono stati fondamentali per farmi raggiungere il traguardo».

La famiglia di Stefano, come quasi tutte le altre di Sordevolo, sono parte integrante dello spettacolo teatrale, che coinvolge l’intera comunità.

La madre ha sempre fatto parte della plebe, lo zio materno è stato Gesù in tante edizioni e il bisnonno è stato un memorabile Kaifa nell’edizione del 1914, pochi mesi prima dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra.

Stefano descrive la “Passione” come un evento che «unisce, affratella le persone». Un’opinione molto positiva di cui gioire, in un tempo come il nostro, appesantito dall’individualismo e dalla superficialità.

Lo spettacolo allestito dalla comunità di Sordevolo non è una festa della recitazione in cui un popolo, divertendosi, vuole offrire al pubblico una pausa di due ore coinvolgente ed emozionante. Lo spettacolo che i Sordevolesi offrono è quello di una corale partecipazione di popolo che ce la mette tutta per affermare qualcosa che da tempo sembra perso: stare insieme per fare qualcosa insieme.

C’è una macchina, da tempo ben oleata, che, ogni cinque anni, “costruisce” un evento complesso con centinaia di persone, ognuna con un ruolo ben preciso. Oltre allo spettacolo in senso stretto c’è tutto l’apparato organizzativo che va dalla biglietteria all’accoglienza, da chi entra in paese e cerca un ristorante o dove parcheggiare a chi, nel back stage, si occupa della sartoria, del trucco, dei costumi, delle luci, dei suoni, degli effetti speciali fino, ovviamente alla sicurezza garantita dai Vigili del fuoco e da volontari della Protezione civile.

La “Passione” è uno spettacolo non rivolto solo a chi crede. A Sordevolo vengono anche molti appassionati di teatro e non pochi di quello popolare.

Il pubblico è molto variegato, anche se prevalentemente è composto da persone che hanno aperto la prima anta.

I compagni del giovane universitario sono incuriositi dal suo impegno teatrale. Sono venuti a vederlo, più per curiosità che per interesse al tema dello spettacolo.

A Stefano hanno riferito che in passato gli spettatori giovani erano molto più numerosi. Accorta la sua riflessione: «Probabilmente, fino ad una decina di anni fa, non era un problema portare i bambini a vedere uno spettacolo di questo genere. Gli oratori funzionavano, le parrocchie pulsavano nel cuore delle città e ancor più in quello dei paesi. Quello è un mondo praticamente scomparso o in via d’estinzione. Il Covid-19 ha giocato una parte residuale. La tendenza era già in atto da tempo».

Che cos’è per Stefano la “Passione”?, chiediamo in chiusura.

«Un messaggio d’amore, di fede e di perdono». spiega convinto. «Valori che oggi si scontrano con l’indifferenza e la freddezza delle persone che, preoccupate dai problemi quotidiani, dimenticano l’importanza di avere un’anima».

(Stefano Pala – nel ruolo di Gesù nella “Passione” di Sordevolo crediti fotografici E. Eletto)

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